Particelle e complementi in coreano

 tratto da https://gogohanguk.com/it/blog/particelle-coreane-come-esprimere-i-complementi-in-coreano/


Complemento oggetto -을/를

Il complemento oggetto in coreano si esprime con le particelle -을/를 (-eul/reul). L’utilizzo di queste particelle coreane è semplice: basta attaccarle come suffisso al nome, facendo attenzione alla lettera con cui termina. Se per consonante, si sceglierà la particella , se invece termina per vocale, si sceglierà la particella . Proviamo a vedere degli esempi:

Mangio la mela -> 사과 먹어요 (sagwareul meogeoyo)

L’oggetto del verbo mangiare è la mela (사과, sagwa), a cui, dato che termina per vocale, è stata attaccata la particella 를.

Leggo un libro. -> 책 읽어요 (chaekeul ilgeoyo)

In questo esempio, l’oggetto del verbo leggere è il libro (책, chaek) e, dato che termina per consonante, la particella indicante il complemento oggetto che abbiamo attaccato è 을.

Complementi di termine -한테/-에게

Il complemento di termine in coreano si esprime tramite le particelle 한테 (-hante) o 에게 (-ege) e nel parlato sono tra loro interscambiabili. Nello scritto però si preferisce 에게. Al contrario di 을/를, non dipendono dalla lettera con cui termina il sostantivo che le precede.

Esiste poi anche un terzo modo di esprimere il complemento di termine:  (-kke). Quest’ultimo è la variante onorifica e si usa riferito a persone verso cui si deve mostrare estremo rispetto.

Vediamo alcuni esempi:

Do un libro al mio amico. -> 친구한테 책을 줘요 / 친구에게 책을 줘요 (chinguhante chekeul jwoyo / chinguege chekeul jwoyo)

A chi do il libro? Al mio amico. “Amico” è quindi il complemento di termine di questa frase (risponde infatti alla domanda “A chi?”). Lo dobbiamo quindi marcare con la particella corrispondente al complemento di termine e possiamo scegliere di aggiungere a 친구 (amico) la particella 한테 o 에게. Non sarebbe corretto in questo caso utilizzare la particella 께 perché, pur rispettando il nostro amico, si tratta di qualcuno sul nostro stesso piano gerarchico, un nostro pari, mentre le particelle onorifiche si usano riferite a qualcuno gerarchicamente più in alto di noi, come un genitore, un nonno, un insegnante o in generale un superiore (es. 어머니께, 할머니께, 선생님께… cioè a mia madre, a mia nonna, all’insegnante).

Complemento di specificazione -의

Il complemento di specificazione risponde alla domanda “di chi?”, “di che cosa?” e in coreano si esprime tramite la particella  (-eui), che funziona come il genitivo sassone inglese (’s, per intenderci). L’ordine nella frase è il seguente: prima chi possiede l’oggetto e poi l’oggetto in questione. Se quindi vogliamo dire: “La casa (집, jip) dell’amico (친구, chingu)” diremo “친구 집 (chingueui jip)”, invertendo le due parole rispetto all’italiano. Se conosci l’inglese, forse viene più facile accostarlo alla traduzione in questa lingua: “My friend’s house”, infatti, nell’ordine delle parole corrisponde perfettamente al coreano “친구의 집” e ’s corrisponde esattamente a 의.

Proviamo a vedere altri esempi:

L’anello della mamma -> 엄마 반지 (eommaeui banji), dove 엄마 = mamma e 반지 = anello

La penna di Ugo -> 우고 펜 (Ugoeui pen)

Casa di Anna -> 안나 집 (Annaeui jip)

Complementi di luogo -에/-에서

Arriviamo ora ai complementi di luogo. Come sappiamo, si distinguono in stato in luogo (ossia dove si sta svolgendo l’azione, come nella frase “mangio in cucina”), moto a luogo (che indica la direzione, come nella frase “vado a scuola”) e di moto da luogo (che indica cioè la provenienza, come nella frase “vengo da Roma”). Come li esprimiamo in coreano?

Partiamo dallo stato in luogo. Lo si può esprimere in due modi diversi a seconda del verbo che troviamo nella frase. Se si tratta di un verbo di stato (come essere, stare, esistere, vivere), allora si utilizza la particella  (-e). Se invece si tratta di un verbo d’azione (come mangiare, fare, ecc.), allora si utilizza la particella 에서 (-eseo). Vediamo alcuni esempi:

Sono a casa. -> 집 있어요. (jibe isseoyo)

Vivo a Seoul. -> 서울 살아요. (Seoule salayo)

Mangio in cucina -> 주방에서 밥을 먹어요. (jubangeseo bapeul meogeoyo)

Lavoro al ristorante. -> 식당에서 일해요. (sikdangeseo ilhaeyo)

Come possiamo vedere, con i verbi “sono” e “vivo” abbiamo utilizzato la particella 에, mentre per i verbi d’azione “mangio” e “lavoro” abbiamo utilizzato la particella 에서. In entrambi i casi si tratta di stato in luogo, ma la particella varia a seconda della natura del verbo.

Prendiamo ora in esame il complemento di moto a luogo, che designa il luogo in cui si sta andando. È molto più semplice rispetto allo stato in luogo perché non fa distinzione tra verbi o lettera finale e si esprime sempre tramite la particella  (-e).

Vado a scuola. -> 학교 가요. (hakgyoe gayo)

Vado in Corea. -> 한국 가요. (hanguke gayo)

Infine, vediamo il moto da luogo in coreano, che designa il luogo di provenienza. Anch’esso si esprime sempre allo stesso modo, senza fare distinzione tra verbi o lettera finale, con la particella 에서 (-eseo).

Vengo da Roma. -> 로마에서 왔어요. (Romaeseo wasseoyo)

È arrivato dalla Cina. -> 중국에서 도착했어요 (jungukeseo dochakhaesseoyo)

Ricapitolando, in questo articolo abbiamo visto le particelle per esprimere il complemento oggetto (을/를), di termine (한테/에게/께), di specificazione (의), di stato in luogo (에/에서), moto a luogo (에) e moto da luogo (에서). Speriamo di aver fatto un po’ di chiarezza circa il loro utilizzo!


Particelle coreane di tema (-은/는) e di soggetto (-이/가)

Prendiamo come esempio la banalissima frase: “Ugo mangia la mela”. Il soggetto, cioè chi compie l’azione, è “Ugo”. La particella da utilizzare per marcare “Ugo” come soggetto non è però necessariamente quella, appunto, di soggetto, ma può anche essere quella di tema. Anzi, in realtà si utilizza molto più spesso quest’ultima. Il motivo è che quasi sempre il soggetto e il tema, cioè l’argomento principale del discorso, coincidono. Quindi nella stragrande maggioranza dei casi, per indicare il soggetto si utilizzerà la particella di tema –/ (-eun/neun) e solo raramente quella di soggetto –이/ (-i/ga). Sembra complicato, ma proviamo a tornare alla nostra frase esemplificativa “Ugo mangia la mela”. Possiamo tradurla con:

우고는 사과를 먹어요. (Ugoneun sagwareul meogeoyo)

우고 (Ugo) è unito alla particella di tema . Abbiamo scelto 는 e non 은 perché il nome a cui la particella si attacca termina per vocale. Se invece terminasse per consonante, si userebbe 은.

Nella stessa frase, non sarebbe sbagliato utilizzare, al posto della particella di tema 는, la particella di soggetto :

우고가 사과를 먹어요. (Ugoga sagwareul meogeoyo)

La differenza tra le due frasi è che nella prima, cioè quella in cui utilizziamo la particella di tema 는, l’attenzione è già su Ugo ed è lui l’argomento della discussione. Nel secondo caso, quando utilizziamo la particella di soggetto 가, noi stiamo parlando del fatto di mangiare mele e introduciamo, come una novità, Ugo che mangia le mele.

In breve, la frase 우고는 사과를 먹어요 (in cui utilizziamo quindi la particella di tema 는) può essere una risposta alla domanda “Cosa fa Ugo?”. Mentre invece la frase 우고가 사과를 먹어요 (in cui utilizziamo la particella di soggetto 가) può essere una risposta alla domanda “Chi mangia la mela?”.

In entrambi i casi, Ugo è il soggetto della situazione, ma nel primo caso è anche tema, argomento della discussione. L’attenzione è quindi qui rivolta su Ugo e su cosa fa. Nel secondo caso invece, l’argomento è il mangiare la mela e Ugo è semplicemente il soggetto che compie l’azione.

Ricapitolando, per indicare il soggetto in coreano, si può utilizzare la particella di tema (-은/는) quando il soggetto coincide con l’argomento principale, e la particella di soggetto (-이/가) quando tema e soggetto sono slegati tra loro.

Quando si tratta di tema, come scegliere tra 은 e 는? Si utilizza  se la parola a cui la particella si attacca termina per consonante. Se invece termina per vocale, si utilizza .

Quando si tratta di semplice soggetto, come scegliere tra 이 e 가? Si utilizza  se la parola a cui la particella si attacca termina per consonante. Si utilizza invece  se la parola a cui la particella si attacca termina per vocale.

Utilizzo delle particelle di tema e soggetto nella stessa frase

Esistono poi casi in cui le particelle di tema e soggetto vengono utilizzate contemporaneamente all’interno della stessa frase. Succede con i predicati nominali negativi e nei costrutti che indicano il possesso. Vediamo degli esempi per chiarire meglio.

Esempio di predicato nominale negativo:

“Questo non è caffè”. -> 이것 커피 아니에요. (igeoseun keopiga anieyo)

In questa frase, in italiano “questo” è il soggetto, mentre “caffè” è nome del predicato. In coreano, attacchiamo la particella di tema a “questo” (perché è l’argomento di cui si sta parlando, è il tema della frase e quindi diventa 이것은), mentre al nome del predicato “caffè” attacchiamo la particella di soggetto (perché è soggetto del verbo essere al negativo che segue).

Vediamo un altro esempio:

“Io non sono coreano”. -> 저 한국 사람 아니에요. (jeoneun hanguk sarami anieyo)

Anche qui, in italiano il soggetto è “io”, mentre la parte nominale è “coreano”. In coreano invece, “io” è il tema della frase (저 + ), mentre “coreano” (che si traduce con “persona coreana, 한국 사람”) è il soggetto del verbo essere al negativo e prende dunque la particella di soggetto (한국 사람 + ).

Un altro caso in cui le particelle coreane di tema e di soggetto vengono utilizzate all’interno della stessa frase è quello dei costrutti che indicano il possesso. Ricordiamo che il possesso in coreano non si esprime con il verbo avere, ma con il verbo 있다 (itta), che vuol dire letteralmente “esserci”. Se quindi voglio dire che io ho una penna, in coreano esprimo il concetto dicendo che “per quanto riguarda me, c’è una penna”, utilizzando le particelle di tema e soggetto. La frase in coreano diventa quindi:

 펜 있어요 (jeoneun peni isseoyo)

“Io” (저 + ) è tema della frase e “penna” (펜 + ) è soggetto del verbo “esserci” (있어요). Tutto questo può sembrare un po’ confusionario all’inizio perché molto diverso dall’italiano, ma in realtà, una volta capito il meccanismo, diventa naturale.



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